Sankt Moritz: montagna a 360 gradi


Sankt Moritz è una cittadina della Svizzera, che si trova nel Cantone dei Grigioni, nel distretto Maloggia.
E’ la più famosa località sciistica della Svizzera, si trova a 1838 metri sul livello del mare.

Per raggiungere Sankt Moritz possiamo utilizzare i principali aeroporti del Nord Italia, come Milano, o della Svizzera, Ginevra e Zurigo, per poi raggiungere l’Aeroporto di St. Moritz St Moritz – Samedan, che si trova a 5 km da Sankt  Moritz, è situato a 1707 m. s.l.m.; è considerato l’aeroporto più alto d’Europa, secondo qualcuno quest’altitudine lo rende pericoloso.
In alternativa è possibile prendere il treno che parte dalla Stazione di Milano che raggiunge prima Tirano e poi collega il paesino svizzero.

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Montreux: dall’acqua alla montagna.


Montreux è una città in Svizzera, sulle sponde del Lago di Ginevra, nel cantone di Vaud. Proprio la posizione di Montreux, e grazie alla grandezza del Lago di Ginevra, fa si che questa parte di Svizzera assomigli molto a delle zone marittime, infatti questa parte di costa sul Lago, viene chiamata ” Riviera Svizzera”.

Il clima mite, e l’ambiente che si sdoppia, fra la bellezza del Lago e, poco più in alto, le Alpi innevate d’Inverno, rende Montreux un luogo magico e che ha un panorama unico al mondo.

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S.Andrea Priu: In queste grotte si celebrava il culto della fertilità


In una rupe di trachiti rosse, si aprono, orientate verso sud, le grotte di Sant Andrea Piru a Bonorva(SS), sacra al culto della fertilità e delle acque. Non si tratta di grotte naturali, ma di cavità scavate nella roccia all’incirca tra il 3000 e il 1800 a.C.

Come abitazioni per i defunti, riproducono strutture e decorazioni della case dei vivi, con false porte, cornici, focolari, nonché simboli protettivi, soprattutto corna rosse, garanti di energia vitale anche nell’oltre tomba. Si tratta dunque di una struttura molto articolata e complessa, formata da grandi corridoi all’aperto che confluiscono verso un alto colonnato, luogo di culto della dea madre e del dio toro.

La più importante è la cosiddetta Tomba del Capo che ha un estensione di 250 metri quadri ed è formata da diversi ambienti. Vicino a questa si trova una tomba che ha il tetto scolpito a imitazione dell’interno delle capanne dei contadini del neolitico. Di particolare interesse è anche il masso scolpito nel quale, nonostante la testa sia andata perduta, si  riconosce la figura di un toro, simbolo molto diffuso nelle necropoli perché collegato alla luna e alla fertilità.


Le Tombe dei giganti in Sardegna


Lo chiarisce già la definizione: le dimensioni erano i mausolei di famiglie eminenti, in grado di contenere fino a 200 morti. Queste monumentali sepolture hanno l’ingresso formato da grandi lastra di pietra, spesso incise  o istoriate, alte circa 2 metri, con una cella rettangolare e terminavano a semicerchio sul fondo.

Il soffitto in genere era piatto, ma negli esemplari più antichi era ricurvo, come una barca capovolta, forse a simboleggiare  la barca che trasportava i defunti nell’aldilà. La maggior parte delle tombe è rivolta a sud-est, alcune invece si aprono in direzione del sorgere della luna o delle stelle più brillanti, come Sirio o Rigel.

Da non perdere la tomba dei giganti di Li Lolghi di Pascaredda, nei pressi di Calangianus (OT), del 1500 a.C. Nei pressi di Arzachena c’è anche Coddu Vecchju, dove nei giorni degli equinozi, la luce dell’alba entra nel corridoio tomba attraverso l’apertura della stela.


Venezia: Nuovi luoghi per l’arte


Ai giardini e all’Arsenale torna l’evento clou della contemporaneità creativa, la 53° Biennale d’arte intitolata: fare Mondi. La principale novità e l’inaugurazione del nuovo padiglione alle Rese delle vergini dell’Arsenale, che ospita gli artisti chiamati a rappresentare il nostro paese( fino al 22 novembre).

Più o meno contemporaneamente sul Canal Grande si tiene il secondo grande opening d’inizio estate; Il museo di Punta della Dogana. Costato 14 mesi di lavori e 20 milioni di euro d’investimenti, è la nuova creatura dell’imperatore e mecenate francese François Pinault. A dirigere i restauri è stato chiamato lo stesso architetto con il quale due anni fa Pinault aveva brindato al restyling di Palazzo Grassi.

Semplice e razionale come tutte le sue opere, il museo di Ando ha la forma della prua di un vascello che sbuca sul Canal Grande. Un riferimento formale alla punta dell’isola di Dorsoduro, moderno ma con chiari riferimenti al passato. Tolte le tracce di precedenti ristrutturazioni, sono, infatti, tornati a parlare i mattoni e le capriate degli antichi magazzini della punta della Dogana da Mar. Nuovo, invece, il design per porte e finestre, e nuove le colonne in calcestruzzo in prossimità dell’ingresso.

L’antico crocevia del commercio marittimo è diventato cosi la nuova base dell’arte contemporanea. Su 4290 metri quadrati di superficie, oltre 3000 saranno dedicati all’esposizione permanente di 140 opere della collezione Pinault.


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